23 gennaio 2009

Un libro a forma di mostra



L'illustrazione può mantenere inviolata la propria identità all'interno di una mostra? Isolando e decontestualizzando le immagini non si rischia di rompere quel gioco narrativo che la sequenza delle pagine produce quando si sfoglia un libro illustrato? E ancora, l'illustrazione incorniciata e appesa a un chiodo va considerata alla stregua di un quadro dipinto?
Mi sono posto queste domande molto spesso non giungendo mai ad una risposta convincente, fino a quando, lo scorso autunno, ho ricevuto l'invito da Gianni Zauli per esporre, a Russi (Ra), una serie di miei lavori.
É doveroso aprire una piccola parentesi per spiegare che Russi è la città che ospita da quattordici anni il concorso/rassegna Libri mai mai visti e che Gianni è uno dei "vari cervelli associati" (VACA) che l'ha ideato. Questo concorso si prefigge di selezionare ogni anno i manufatti che, per forma, contenuti estetici e originalità, presentano le migliori rielaborazioni dell'oggetto libro.
Sono convinto che lo spirito che anima "Libri mai mai visti" abbia contribuito a rendere l'esposizione delle tavole tratte da Come un pesce nel diluvio, qualcosa di diverso da una mostra di illustrazioni.
In quell'occasione il libro di Mia Lecomte è nato per la seconda volta!
All'involucro della copertina si è sostituita la robusta volta del torrione; alle pagine illustrate, i pannelli in legno con incastonate le immagini; le parole sono migrate su svolazzanti biglietti appesi a nostalgici appigli, quasi a voler sottolineare la loro natura lirica ed incorporea.
In quei giorni, chi entrava nel torrione apriva un libro illustrato e visitando l'ambiente interno poteva sfogliare le sue pagine.
In quei giorni Russi ospitava l'ennesimo "libro mai mai visto", questa volta a forma di mostra!

17 gennaio 2009

Sant' Antonio pensaci tu!



Vi siete mai chiesti quante preghiere si sono consumate dentro i porcili dei vecchi casolari in campagna?
Chissà quanti maiali, raccolti in contemplativo silenzio, erano soliti inginocchiarsi con un rosario di ghiande tra le unghie, davanti all'effige del loro patrono, bello e statuario, attorniato da un gruppo di animali. Tra di essi spiccava alla destra del santo barbuto, un loro rappresentante dall'espressione bonaria e rassicurante. Sono sicuro che in quei momenti anche il suino ateo più recalcitrante, senza proferir grugnito, abbassasse la "coppa".
Oggi tutto è cambiato... nelle moderne porcilaie non è più tradizione appendere il santino formato maxi di S. Antonio e i maiali non pregano più.

L'illustrazione (ideata per una copertina) che qui pubblico è in ricordo di tutti quei maiali credenti.

13 gennaio 2009

Water in progress



Quando si realizza un' illustrazione, a volte capita di dover affrontare un vero e proprio viaggio costellato da ostacoli che rendono il cammino estremamente arduo e impervio. Non sempre, infatti, si riesce a imboccare la via giusta al primo colpo e così si tentano altre direzioni augurandosi di raggiungere la meta senza eccessive perdite di tempo o dispendi di energie.
Un' Odissea di questo tipo l'ho vissuta qualche tempo fa, con la commissione della copertina per un libro di Maurizio Garuti, La lingua neolatrina.
L’illustrazione a colori di stampo "magrittiano", che qui posto, è soltanto il risultato finale di una serie di innumerevoli tentativi delineatisi gradualmente, passo dopo passo, water dopo water!

7 gennaio 2009

Regalate disegni "brutti"!





Le festività natalizie con l'appendice "epifanina" sono appena trascorse, così come il rito dei regali.
Quest'anno avevo deciso che alle persone a cui tengo particolarmente avrei regalato disegni "brutti" e così ho fatto, incorniciando questa illustrazione dal soggetto "sgraziato".
Molto spesso capita di ricevere doni esteticamente gradevoli ma inutili e dunque dalla vita breve. Mr. Dimenticatoio è lì, dietro l'angolo, pronto a ingoiare, nei giorni seguenti, tutto il superfluo che le feste ci hanno consegnato.
L'illustrazione non può ridursi a semplice decorazione colorata e carina priva di forza espressiva. L'illustrazione deve comunicare, anche quando è disgiunta dal testo, rinchiusa in una cornice e schiacciata sotto un vetro.
Questa immagine nasce da un testo di Marcello Argilli dal titolo "Come sono fortunato!" (contenuto in una sua raccolta) e rappresenta il protagonista, Innocenzo.
L'incipit della favola:

«Come sono fortunato» diceva.
Era zoppo, gobbo, sdentato, orbo e gli mancavano quattro dita di ogni mano.
«Sono proprio fortunato» diceva Innocenzo guardandosi allo specchio. «Ho un occhio, due dita, tre denti, e persino una gamba sana. Cosa posso pretendere di più? Potrei stare molto peggio»
Innocenzo è il simbolo dell'ottimismo.
La funzionalità di questo regalo? L'illustrazione incorniciata, se opportunamente appesa di fianco allo specchio di casa, diventerà monito per tutti i pessimisti e un incentivo alla positività.

Lunga vita ai disegni "brutti"!

2 gennaio 2009

Un fungo di buon auspicio



Inauguro questo blog e il neonato 2009 con un fungo.

Ho realizzato questa illustrazione per la copertina di un libro di ricette della tradizione popolare ("I sapori del bosco - Cucinare con castagne, marroni, funghi e tartufi" di Anna Andrini, Bacchilega Editore).
Non volendo ricorrere a un'iconografia culinaria tradizionale (solitamente costituita da immagini di tavole imbandite con i prodotti alimentari in primo piano), ho pensato a un soggetto che potesse rappresentare il contenuto del libro in modo originale, ironico e soprattutto immediato.
L'immagine di riferimento a cui mi sono ispirato è quella della
mandragora, una pianta ritenuta magica nell'antichità e sovente raffigurata nei libri di alchimia medievali con parvenze umane.
Di solito, in quelle pagine, la pianta "antropomorfa" è posta frontalmente all'osservatore, così come questo fungo porcino.
Le castagne, che rappresentano l'altro prodotto alla base delle ricette illustrate, campeggiano sul suo tovagliolo (e molto probabilmente sono alla base della pietanza che sta golosamente aspettando!)


Che il nuovo anno sia florido e grasso come questo porcino!